TELLING MY SON’S LAND un film di Ilaria Jovine e Roberto Mariotti

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TELLING MY SON’S LAND un film di Ilaria Jovine e Roberto Mariotti

Sabato 9 ottobre
Ore 18,00 - Auditorium Peppino Principe
Intervengono la protagonista Nancy Porsia e i registi Ilaria Jovine e Roberto Mariotti.

Telling my son’s land
Un documentario di Ilaria Jovine e Roberto Mariotti, con Nancy Porsia

Nancy Porsia, giovane giornalista freelance, si reca per la prima  volta in Libia nel 2011, quattro giorni dopo la morte di Gheddafi.  Trasferitasi definitivamente nel paese, per un lungo periodo è l’unica  giornalista internazionale a raccontare il suo travagliato processo  di democratizzazione, diventando uno dei massimi esperti del paese  nord africano.
A causa della pubblicazione di una scottante inchiesta sulla  collusione della Guardia Costiera Libica con il traffico di migranti,  incinta di un bimbo per metà libico, nel 2017 è costretta a lasciare  il paese. Dopo tre anni, la terra di suo figlio continua ad essere pericolosa  per la sua sicurezza, ma lei non si arrende a rimanerne lontana.

La protagonista, Nancy Porsia
Giornalista freelance, specializzata in Medio Oriente e Nord Africa,  collabora con diverse testate nazionali ed  internazionali (RAI, Sky TG24, Il Fatto Quotidiano, La Repubblica,  Panorama, L’Espresso, The Guardian, Deutsche Welle, TRT-World,  Domani) ed è stata l’unica giornalista italiana rimasta di base in  Libia all’indomani della rivoluzione del 2011, coprendo la guerra  civile e gli sviluppi del processo di riconciliazione nel paese  nordafricano. Esperta di migrazione irregolare, si è inoltre  specializzata sulla rete dei trafficanti lungo la rotta del  Mediterraneo centrale.
Grazie alla sua sostanziosa esperienza come giornalista free-lance,  costruita faticosamente partendo da una profonda convinzione circa  l’indipendenza dell’informazione, Nancy è la protagonista adatta per  indagare anche gli aspetti più oscuri ed inediti del mondo del  giornalismo, soprattutto di quello di guerra.
“Non tutti i colleghi coprono le crisi o le zone di crisi per  documentare le ingiustizie. – ci ha rivelato in una delle interviste  rilasciateci, – Li riconosci dall’eccitazione che rompe la loro voce  quando parlano di linea del fronte o di armi. Quando subentra il  protagonismo e la sete di visibilità è perché ci si scorda che siamo solo un mezzo e non il fine per le nostre storie.” Nancy tiene fisso il focus della sua narrazione sugli aspetti umani  di ogni fatto politico documentato, ricercando tra i civili, tra  donne e bambini, i riflessi più dolorosi e meno considerati delle  vicende della Grande Storia.
È per questo che trasferitasi in pianta stabile in Libia, cercando  storie anche oltre la front line e le ripercussioni del perdurante  vuoto di potere, ha via via approfondito, ben oltre quello che richiedevano le varie testate, la piaga dei traffici di migranti e  la realtà gravitante i centri di detenzione.
Un minuzioso lavoro “sul territorio” durato anni e culminato  nell’inchiesta che nel 2017 l’ha poi costretta a lasciare il paese  e ad essere intercettata e pedinata per mesi da una Procura (quella  di Trapani, in un’indagine sulle Ong), sebbene non fosse né indagata,  né indiziata, così come emerso in una recente inchiesta datata 2021.

INFORMAZIONI

  • GENEREDOCUMENTARIO
  • DURATA84 MINUTI - colore
  • LINGUA ITALIANO
  • ANNO 2021